Ci sono tanti motivi per fare un’uscita a piedi o in bicicletta, ma ce ne sono altrettanti per rinunciare a un’escursione. La rinuncia, si sa, non è mai facile. Ci siamo posti degli obiettivi, abbiamo voglia di passare una bella giornata in natura, desideriamo superare i nostri limiti, eppure a volte è meglio fermarsi un attimo e valutare con attenzione il da farsi. Come ho scritto in un precedente articolo qui sul blog, rinunciare fa parte di quelle buone pratiche per lo svolgersi in sicurezza di qualsiasi escursione in ambiente montano e non solo. Possiamo fermarci e tornare indietro durante la nostra giornata di cammino o di pedalata, oppure possiamo decidere di non intraprendere del tutto l’escursione. Vediamo 5 motivi per cui, a volte, è meglio tirarsi indietro prima di partire.
1. Previsioni meteo avverse
Occorre sempre valutare se fare o meno un’escursione verificando con attenzione le previsioni meteo più aggiornate (e bollettini valanghe in inverno) della zona in cui vogliamo andare. Se le condizioni sono avverse, meglio starsene a casa e approfittarne per dedicarsi ad altri hobby o faccende.
2. Condizioni fisiche non ottimali.
Rinunciare a un’escursione è più che doveroso quando non siamo al massimo della forma fisica. Non tutti i giorni sono uguali, possiamo vivere periodi di maggior stress e affaticamento, aver iniziato a prendere nuovi farmaci che possono darci qualche fastidio, siamo in convalescenza dopo una malattia o un intervento… le motivazioni possono essere tantissime. Saper essere obiettivi e valutare il proprio stato di salute con lucidità ci permette di evitare un sacco di guai. Sembra un consiglio banale, ma nel mio lavoro di guida mi capita più di quanto si possa immaginare di trovarmi in escursione persone che pensano di essere al top e invece si scopre che non lo sono così tanto. Ricordate che mettete a rischio voi stessi e penalizzate il gruppo intero, quindi, se non vi sentite al meglio, è raccomandabile restare a casa o cambiare programma per la giornata.
3. Non si è sufficientemente allenati per la tipologia di escursione che si vuole fare
Così come lo stato di salute, anche la forma fisica ha la sua importanza. Se si è alle prime armi, meglio rinunciare a escursioni troppo lunghe e impegnative e optare per itinerari più idonei al nostro livello. Ci sono tantissimi percorsi tra cui scegliere e meno impegnativo non significa meno bello o interessante. Con la costanza e l’impegno possiamo sicuramente “costruirci” fiato e gambe, l’importante è aumentare gradualmente la difficoltà.
4. Non si ha l’attrezzatura adeguata
Abbigliamento e attrezzatura sono fondamentali per la buona riuscita e un’escursione. Anche qui il consiglio sembra banale, ma lo è meno di quanto di possa pensare. Facciamo un esempio: affrontare un trekking invernale, dove è probabile incontrare fango o neve, con scarpe estive non impermeabili è una pessima idea. In poco tempo ci ritroveremmo con i piedi fradici e infreddoliti. Un buon abbigliamento tecnico a strati (non servono tanti capi e non occorre spendere un patrimonio, possiamo approfittare dei fine serie o dei saldi), delle buone calzature adatte al nostro tipo di piede e al tipo di escursioni che vogliamo intraprendere, uno zaino capiente il giusto (se si esce in giornata inoltro zaino da 20 litri sarà più che sufficiente!), dei bastoncini da trekking, oppure una bici in buono stato e ben manutenuta, completa di kit con qualche attrezzo per interventi di emergenza, sono elementi di cui proprio non possiamo fare a meno.
5. Non si ha idea di dove si sta andando
Anche qui sembra ovvio, ma non lo è affatto. Più volte mi è capitato di incontrare sui sentieri persone che non avessero la minima idea del tipo di percorso (e relative difficoltà) che volevano affrontare. Pianificare con cura e attenzione un’escursione è vitale e “informarsi” sui canali social non basta. Troppo spesso vedo video e leggo descrizioni di escursioni che non sono veritiere (siamo sicuri che la salita al Rocciamelone sia un’escursione da considerare facile?) e che possono trarre in inganno i meno esperti o chi non è pratico della zona. Non mi stancherò mai di ripeterlo: occorre studiare le carte topografiche e dei sentieri, telefonare ai rifugi per chiedere informazioni, leggere descrizioni più serie e approfondite rispetto a video di 15 secondi e carrellate di selfie sui social, affidarsi a una guida o a chi è più esperto di noi. In alternativa, meglio rinunciare se non vogliamo finire nei guai e dover chiamare il soccorso alpino.
Si tratta di consigli semplici, all’apparenza banali o scontati, ma sono attenzioni che ci possono evitare problemi anche molto gravi. Uscire per una camminata in montagna o una bella pedalata deve essere qualcosa di piacevole e che ci fa stare bene: riunciare a un’escursione non è una sconfitta, è essere consapevoli di noi stessi, delle nostre capacità, dei nostri limiti e anche delle nostre potenzialità.
Leave A Reply