Il Colle della Dieta unisce i comuni di Viù e Mezzenile, mettendo in comunicazione la Valle di Viù con la Val d’Ala. È forse ben più noto agli amanti del ciclismo che dell’escursionismo, poiché meta, ogni estate, di numerosi appassionati delle due ruote che salgono lungo una stretta strada asfaltata per godersi un bellissimo panorama.
Anche per chi ama indossare gli scarponi, però, questo colle offre delle sorprese. Lasciando ai cicloamatori (e alle auto) la strada, è possibile percorrere diversi sentieri per raggiungerlo, sia dalla Val di Viù che dalla Val d’Ala.
Per la mia escursione, ho scelto di partire direttamente dal centro di Viù e imboccare il sentiero n. 133 che porta ai Tornetti. La salita è dolce e molto piacevole su una bella mulattiera con alcuni ponti in pietra a schiena d’asino che corre lungo il torrente Viana, immersa in un bosco di latifoglie in cui si vedono le prime avvisaglie di primavera. Questo tratto, molto facile, scorre veloce come l’acqua del torrente e raggiungo la falesia di arrampicata delle Balme, per poi sbucare ai Tornetti.
Dopo una breve pausa, attraverso la frazione e prendo il sentiero che mi porterà al Colle della Dieta. Il cartello, ormai rotto e divelto, indica circa un’ora e trenta di cammino, ma le speranze di “rispettare” il tempo indicato svaniscono ben presto. In questo tratto, infatti, non è sempre facile individuare il sentiero. Un po’ si è perso e spesso mancano i segni, ormai scoloriti dal tempo e mai rinfrescati.
Cammino un po’ a istinto, un po’ consultando mappa e GPS, e procedo lentamente. In fondo non mi dispiace: è una giornata tutta per me, per godermi la montagna e la splendida vista che mi si apre davanti. La conca dei Tornetti ha per me un grande fascino, ogni volta che ci ritorno scopro uno scorcio diverso, una nuova prospettiva, un panorama che cambia a seconda della luce e delle stagioni.
Salgo verso il Roc Sapai, un roccione a strapiombo alto circa 80 metri che ospita diverse vie di arrampicata e sormontato da un pilone votivo, per poi proseguire verso la borgata Asciutti e attraversare il Pian delle Mutte. Da qui imbocco il sentiero, poco visibile, che mi porta a raggiungere una suggestiva faggeta, da dove prosegue con ripidi tornati fino al Colle del Truc della Dieta.
La fatica dell’ultimo tratto è ampiamente ripagata dalla vista che si può godere su tutte le montagne della vallata e su un tratto della pianura torinese, fino alla Serra d’Ivrea.
Per scendere fino al Colle della Dieta seguo il sentiero, ancora innevato, che mi porta alla panchina gigante di recente installazione (a mio avviso completamente fuori luogo e di dubbio gusto) e raggiungere in breve tempo la strada per Mezzenile. Da qui mi immergo in una bellissima faggeta e seguo il sentiero n. 134, che, con alcuni saliscendi, porta al Colle della Cialmetta, con la sua piccola chiesetta.
Lasciando alle spalle il sentiero che sale all’Uja di Calcante e quello verso Fubina, proseguo su una bella mulattiera, sempre immersa nel bosco, questa volta punteggiato di pini. Il sentiero di discesa è decisamente più breve a livello chilometrico rispetto a quello di salita e in poco tempo mi trovo alla frazione Laiolo e infine nuovamente a Viù.
L’escursione al Colle della Dieta è molto varia e panoramica, e non smette di sorprendere e stupire lungo tutto il percorso, ma è sicuramente da non sottovalutare per la lunghezza e per la mancanza di segni ben visibili in alcuni tratti.
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