L’Uja di Calcante si staglia inconfondibile sul crinale che separa la Val di Viù dalla Val d’Ala e nonostante la sua modest elevazione (1.614 metri) regala panorami a 360° sulle montagne circostanti e le due vallate. Il sentiero, o meglio i vari sentieri per raggiungerla non sono affatto banali, né in termini di ambienti attraversati che di difficoltà tecniche da affrontare. Insomma, un’escursione all’Uja di Calcante è tutt’altro che scontata e può riservare piacevoli sorprese.
La prima volta che sono salita su questa cima ne sono rimasta affascinata. Già il nome, che significa nel patois francoprovenzale delle Valli di Lanzo ago o punta aguzza, evoca scenari suggestivi e selvaggi. Scovata osservando le mappe dei sentieri in cerca di ispirazione e leggendo qualche relazione in rete, ho seguito l’istinto, preparato lo zaino e calzato gli scarponi pronta a lasciarmi stupire e sedurre. Da quella volta, il piacere e la meraviglia si sono puntualmente riproposte ad ogni ripetizione, compresa l’ultima, durante la quale ho accompagnato un gruppo in escursione.
L’itinerario scelto è stato quello che parte da Fubina, frazione di Viù, (sentiero n. 135). Seguendo una ben conservata mulattiera storica lastricata in pietra eretta durante i rimboschimenti tra il 1910 e il 1933, si sale in un bellissimo bosco di pini e larici, dove si possono scorgere, osservando attentamente, antichi canali per l’acqua. Man mano che si sale, l’ambiente si fa più aspro, tra rocce aguzze e qualche pietraia, e i panorami iniziano ad aprirsi sulla Valle di Viù e le montagne intorno al Col del Lys.
Dopo circa un’ora e mezza di cammino si arriva a un quadrivia, segnalato con cartelli di legno: qui si può scegliere se raggiungere il Colle di Chialmetta, proseguendo dritto, oppure prendere il sentiero di destra. La scelta cade sul secondo, che si inerpica ripido fino al Colle Pra Lorenzo, a quota 1.372 metri. Intanto, da sole si passa alle nuvole e, arrivati a Colle Pra Lorenzo, dal cielo inizia a cade qualche piccolo e leggere fiocco di neve.
Dal Colle si può scendere verso Traves, seguendo il Sentiero Frassati, così nominato in ricordo dell’alpinista Pier Giorgio Frassati che proprio qui compì la sua ultima ascensione. Per raggiungere invece l’Uja di Calcante occorre seguire la traccia che sale verso sinistra. Qui bisogna prestare attenzione, poiché si cammina sulla cresta rocciosa che porta alla cima. Noi siamo accompagnati dalla neve fin sulla punta. Le nuvole basse ci nascondono il panorama, ma in compenso ci regalano scenari suggestivi. Appena smette di nevicare, le nuvole poco a poco si alzano, lasciando intravedere le montagne intorno, ricoperte in alto da un sottile manto bianco.
Per la discesa, viste le condizioni meteo, decidiamo di seguire lo stesso percorso di andata. La nostra escursione all’Uja di Calcante si chiude con il ritorno del il sole a farci compagnia, regalandoci un fine giornata tanto inaspettato quando gradito.
Se l’Uja di Calcante vi ha incuriosito e volete scoprire un po’ di più questo luogo, vi consiglio la lettura del volume LXXXVI – Silvano Scannerini, Antonio Lori – Euphorbia gibelliana Peola: “una specie unica al mondo” / Claudio Santacroce, Ezio Sesia – Il Colle della Cialmetta e l’Uja di Calcante. Note storiche ed escursionistiche, edito dalla Società Storica delle Valli di Lanzo.
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