Il cielo del mattino è terso e limpido, l’azzurro delicato di inizio giugno ha un sapore quasi estivo. La mia meta è il vallone della Balma, in alta Val Sangone, e so che quell’azzurro non avrà lunga durata.
In quei valloni, durante i mesi caldi, le nubi capricciose sono solite raccogliersi e giocare con le cime e i pendii, forse per dispetto, o per prendere un po’ in giro noi escursionisti e ricordarci di non prenderci mai troppo sul serio.
Il sentiero inizia da borgata Molè, sopra Coazze, e subito ci si addentra tra esili ma folte betulle. L’aria calda e umida, memore delle piogge abbondanti dei giorni precedenti, si appiccica alla pelle e l’ombra del bosco è più che mai benvenuta.
Procedendo si attraversa una faggeta, con le sue atmosfere incantante che riportano subito alla mente storie di gnomi e fate. Il verde brillante delle chiome, il grigio lucido dei tronchi, l’intenso marrone-arancio del tappeto di foglie e la luce che filtra tra i rami sono una vera gioia per gli occhi.
Più su ancora, quasi d’improvviso, lo sguardo si allarga e il respiro di fa più ampio. I boschi sono alle mie spalle, davanti a me si apre il vallone della Balma. Ampio, brullo, pietroso, a tratti severo. Il torrente Balma scorre vivace e rumoroso, la sua voce risuona allegra lungo tutto il sentiero.
Il Rifugio della Balma si intravede lontano, un puntino arroccato su pendii rocciosi ricoperti da un rigoglioso manto primaverile. Come previsto, le nuvole non si fanno attendere. Ricoprono le cime più alte, scendono basse, risalgono e si diradano fino a lasciar intravedere sprazzi di blu, per poi chiudersi di nuovo e avvolgere ogni cosa in un’aura autunnale.
I loro giochi mi accompagnano fino al rifugio, poi oltre fino ai laghi Sottano e Soprano, due piccole perle incastonate tra le montagne. Nei loro specchi, si riflettono le cime ancora innevate, il cielo plumbeo, le chiazze improvvise di blu. Il lento disgelo ricorda come l’estate, qui in alta quota, sia un sogno effimero, una breve parentesi fugace.
Siamo all’interno del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, un vero e proprio scrigno che racchiude un prezioso tesoro fatto di ambienti selvaggi e scenari naturali che nulla hanno da invidiare a luoghi più noti. Ritorno spesso tra i sentieri del parco, qui ritrovo i paesaggi a me più cari (primo fra tutti il Colle del Vento), e il Vallone della Balma è sicuramente entrato nella mia personalissima lista dei preferiti.
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