Ho da poco conseguito la qualifica professionale di accompagnatore cicloturistico della Regione Piemonte, dopo un percorso di formazione segnato da numerose interruzioni e vicissitudini a causa del Covid-19. I sei mesi di corso sono diventati quasi un anno, ma ne è valsa la pena.
Forse non tutti sanno che in alcune regioni italiane la figura della guida cicloturistica è disciplinata da una normativa regionale, con iscrizione in elenco provinciale. Tra queste c’è il Piemonte, con la Legge regionale 26 novembre 2001, n. 33 e con la Delibera della giunta regionale n. 27-11643 del 25 giugno 2009, che viene così definita:
L’Accompagnatore cicloturistico accompagna, per professione, singole persone o gruppi di persone in percorsi cicloturistici, fornendo informazioni generali sul territorio, illustrando le zone di pregio naturalistico e ambientale, i siti di interesse artistico, storico e culturale attraversati, al di fuori degli ambiti di competenza degli accompagnatori naturalistici e delle guide turistiche.
La domanda sorge spontanea: perché è necessaria la formazione? Prima di tutto, anche se si è bravi e allenati ad andare in bicicletta, non è qualcosa di così scontato. Apprendere o ripassare le tecniche di guida ci renderà non solo ciclisti migliori, ma anche accompagnatori migliori. Stesso discorso per le nozioni di meccanica.
Imparare a gestire un gruppo, poi, è fondamentale; così come saper raccontare i luoghi che si stanno attraversando. Ci sono tanti diversi aspetti che possono fare la differenza quando si accompagnano dei turisti alla scoperta del territorio e permettere loro di trascorrere una giornata piacevole, senza ansie e in sicurezza.
Un aspetto per me fondamentale, inoltre, è la grande responsabilità che abbiamo noi professionisti del settore turistico non solo verso le persone che accompagniamo, ma anche verso il territorio. In un anno in cui si è parlato tanto di turismo di prossimità, con esempi non sempre virtuosi, è più che mai fondamentale ricordarci che il rispetto dei vari territori di cui andiamo alla scoperta non deve mai mancare: delle loro peculiarità ambientali, delle piccole realtà economiche e delle persone che lo abitano.
Ecco perché la formazione per diventare accompagnatore cicloturistico è necessaria: apprendere è il miglior modo per ampliare i nostri orizzonti e acquisire nuove competenze e nozioni. Una formazione costante, la curiosità e la volontà di trasmettere agli altri le nostre conoscenze e le nostre passioni possono fare la differenza e ci permettono di mettere in pratica e diffondere la cultura del turismo responsabile.
Si è parlato di tutto questo (e altro ancora) insieme a miei ex compagni di corso nonché colleghi valsusini in una diretta con Silvia Badriotto di Nuovi Turismi ed Eleonora Girodo dell’Unione Montana Valle Susa. Potete trovare il video qui sotto. Buona visione!
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