Le Alpi sono entrate nel nostro immaginario comune come un luogo “altro”, lontano dalla città e per questo incontaminato, puro, sublime. Allo stesso tempo, però, i modelli di sviluppo urbano sono stati portati in alta quota, con la costruzione di pesanti infrastrutture (condomini, grandi alberghi, impianti di risalita, ecc.) e la massificazione del turismo. In chi vive e frequenta le terre alte la domanda sorge spontanea: come praticare un escursionismo sostenibile o, più in generale, un qualsiasi sport in montagna minimizzando il proprio impatto sull’ecosistema?
La sfida è certamente ambiziosa, ma non impossibile. Passo dopo passo, proprio come una camminata in montagna, ognuno di noi può compiere delle scelte consapevoli per proteggere e salvaguardare la natura e il pianeta. Occorre fermarsi un attimo e ripensare i nostri comportamenti, per poi agire e condividere.
Cosa significa la montagna per te?
Prima di compiere qualunque scelta o azione è importante capire quale significato diamo alla montagna, cosa ci spinge a intraprendere un’escursione. Dobbiamo chiederci se la montagna è un luogo per inseguire record e like sui canali social, se è solo uno sei tanti prodotti di consumo della nostra vita quotidiana. Che cosa portiamo a casa a fine escursione? Una foto in vetta e una spunta in più sulla nostra must-do list, oppure sensazioni, emozioni, riflessioni e un po’ di conoscenza in più? Come abbiamo vissuto e percepito la natura e il paesaggio?
È proprio da queste domande che dobbiamo partire per praticare un escursionismo più sostenibile e responsabile: più cose sappiamo di noi stessi, delle nostre motivazioni e dell’ambiente che stiamo per vivere, più possiamo adottare nuovi comportamenti e nuove soluzioni. Oltrepassare gli stereotipi della montagna e uscire dalla logica del consumo sfrenato è il primo importante passo che ognuno di noi può fare.
Scegliere nuovi percorsi
Two roads diverged in a wood, and I —
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.
( Due strade divergevano in un bosco ed io -/ io presi la meno battuta, / e questo ha fatto tutta la differenza.)
Quante volte avete letto sui social questa citazione? Tratta da un componimento del poeta statunitense Robert Frost, è una delle più amate, condivise e (direi) inflazionate. Nel nostro caso, però, proviamo a prenderla alla lettera. Quale escursione, quale itinerario e destinazione scegliere? Il monte più instagrammato oppure la valle semi-sconosciutache non si fila nessuno? Conosco davvero tutti i sentieri e le cime vicino casa? Posso raggiungere l’inizio del percorso solo in auto, oppure posso scegliere il treno o la bicicletta?
Ciò che a prima vista sembra una rinuncia, può diventare l’occasione per esplorare a fondo le montagne nelle vicinanze di dove viviamo, per trasformare il viaggio in un momento di scoperta e fruizione lenta del territorio.
E se abbiamo tempo, perché non approfittare per prolungare il nostro soggiorno? Che sia per una cena in un piccolo ristorante, un pernottamento in un rifugio o un B&B o magari scegliere di fare smart working nel luogo che stiamo visitando, possiamo scegliere di restare più a lungo ed esplorare più a fondo il territorio.
Stop ai rifiuti!
La sostenibilità passa anche dall’uso consapevole delle risorse. Una buona pratica che ognuno di noi può adottare è quella di evitare il monouso: per esempio, scegliamo borracce e bottiglie riutilizzabili e mettiamo in nostri panini in involucri di cera d’api o in un contenitore.
È buona abitudine, inoltre, portare con sé un sacchettino per raccogliere i nostri rifiuti e riportarli a valle, non solo i nostri ma anche le “dimenticanze” degli altri lungo il sentiero. I rifiuti in montagna si decompongono più lentamente: una buccia di banana impiega dai 2 ai 5 anni a decomporsi, un sacchetto di plastica ci mette fino a 300 anni, una lattina fino a 500 e un fazzoletto di carta ne impiega 5. Ciò che sembra innocuo, in realtà ha un impatto decisamente importante.
Stesso ragionamento vale per il nostro abbigliamento e la nostra attrezzatura. Prima di ogni acquisto, valutiamo bene cosa ci serve, le caratteristiche che il prodotto deve avere per rispondere alle nostre esigenze e necessità, i materiali con i quali è prodotto; valutiamo il noleggio se si tratta di attrezzatura che useremo saltuariamente. Pensiamo anche ad apportare delle piccole riparazioni quando c’è qualche strappo o toppa: possiamo farlo noi, oppure affidarci a una sarta o un calzolaio. E quando non lo uso più? Possiamo pensare di donarlo a qualche associazione locale o di regalarlo a chi sta iniziando a muovere i primi passi in montagna.
Escursionismo sostenibile: un piccolo decalogo
Le scelte e le azioni che possiamo compiere per una frequentazione responsabile e sostenibile della montagna sono davvero tante e questo vuole essere solo un piccolo spunto di riflessione e ispirazione. Ecco quindi un piccolo promemoria per vivere al meglio la nostra esperienza nelle terre alte.
- Informarsi sul cambiamento climatico e sulle soluzioni per fermarlo. Si possono consultare diversi siti, tra i quali il Climate Science, Risk & Solutions del Massachusetts Institute of Technology.
- Scegliere percorsi meno famosi e battuti ed esplorare sentieri e vette vicino casa.
- Usare l’auto il meno possibile e preferire gli spostamenti in treno e bicicletta.
- Evitare l’usa e getta e preferire bottiglie e contenitori riutilizzabili.
- Raccogliere sempre i propri rifiuti.
- Scegliere di acquistare prodotti locali.
- Quando si può, decidere di prolungare il proprio soggiorno.
- Valutare con attenzione l’acquisto di nuovo abbigliamento e attrezzatura; preferire il noleggio per usi saltuari e donare o regalare ciò che non si usa più.
- Rispettare l’ambiente naturale, gli animali selvatici e le comunità locali.
- Condividere l’idea e la pratica di escursionismo sostenibile.
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