Decidere di percorrere alcuni sentieri e itinerari non significa solo praticare attività sportiva all’aria aperta (con tutti i benefici che ne derivano), ma anche andare alla scoperta delle peculiarità e dell’identità di un dato luogo. Ne sono un ottimo esempio i sentieri delle Terre Rosse di Castellamonte, un vero e proprio percorso attraverso la geologia, la storia e l’arte.
Della zona di Castellamonte, sono molto noti i Castelletti, un interessante fenomeno naturale che si trova nella frazione di Sant’Anna Boschi e facilmente raggiungibile a piedi con una brevissima passeggiata, ideale anche per chi non cammina. Queste curiose formazioni sono il frutto dell’erosione dell’acqua sul terreno argilloso, che scorrendo forma dei veri e propri canaloni.
La visita potrebbe finire qui, ma proseguendo ci si può godere tutta la bellezza dei boschi in inverno, di piccole frazioni e di splendidi panorami sulla pianura e le montagne circostanti. In più, per chi è curioso, lungo i sentieri si possono scorgere numerose “tracce” di queste terre rosse, meno evidenti rispetto ai più famosi Castelletti, ma altrettanto importanti nella storia e nell’identità di Castellamonte.
Questo comune del Canavese, infatti, si contraddistingue per un terreno argilloso con una buona presenza di ossido di ferro che gli dona un caratteristico colore rosso mattone. Già i Salassi e poi i Romani usarono questa terra per creare anfore, lucerne e casse funerarie; nel Medioevo venne impiegata per la creazione di decorazioni in cotto per i numerosi castelli di questo territorio; a partire dal ‘500 vi è la specializzazione nella lavorazione dell’argilla, dando vita a una lunga tradizione legata all’arte vasaria, ai rivestimenti, ai mattoni, alle stufe, alle stoviglie e alla ceramica d’arte. L’Ottocento fu quello che si potrebbe definire il secolo d’oro: grazie infatti allo sviluppo tecnologico, molti laboratori artigianali si trasformarono in vere e proprie aziende moderne.
Oggi le terre rosse di Castellamonte sono ancora famose e largamente apprezzate. Sebbene il ‘900 abbia segnato un forte declino, soprattutto nella produzione di mattoni, ad oggi troviamo ancora laboratori artigianali e aziende che si occupano di ceramica d’arte, oggettistica e stoviglieria. Tutto in questa cittadina, ci riporta a questa lunga e importante tradizione, dal centro storico al Museo della Ceramica.
È proprio camminando per sentieri e frazioni che possiamo imparare a leggere il paesaggio. La lentezza ci permette di scorgere particolari, di osservare: da spazio vuoto e senza identità, ecco che il territorio diventa vivo e ricco di storie. Il paesaggio, infatti, non è solo il prodotto del lavoro e dell’operato delle persone che lo abitano, in cui natura e cultura si intrecciano indissolubilmente generando significati e valori, ma è anche il frutto della percezione e del riconoscimento di tali dinamiche. Lo sguardo di chi osserva, di noi turisti ed escursionisti, permette l’esistenza di tutto ciò.
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