Il sole caldo di inizio giugno scalda la pelle. È una giornata luminosa, nel cielo le nuvole si rincorrono e giocano tra loro, disegnando motivi stravaganti. Verso valle, anemoni e genzianelle vestono i prati a festa, nell’aria si respira quel profumo dolce e inteso tipico della primavera in montagna. La vita si risveglia in tutta la sua forza e bellezza.
Poco più su, la neve è ancora copiosa. Dopo un primo tratto di strada già sgomberato dalle frese, gli scarponi iniziano a sprofondare nel manto soffice. La fatica di ogni passo viene ripagata da un panorama che mai mi stancherei di ammirare.
Che sensazione bizzarra ritornare al Colle del Nivolet dopo mesi di assenza. Una scelta volontaria, avevo bisogno di esplorare altri luoghi, ritrovare il mio sentiero e scoprirne di nuovi prima di tornare a camminare tra queste cime.
Le ritrovo imponenti e fiere, ancora imbiancate dopo un inverno generoso. Sono le stesse meravigliose montagne impresse nella mia memoria, eppure diverse, nuove.
Sono pagine bianche tutte da scrivere, da riempire con nuove storie, nuovi cammini, nuovi ricordi. Una tela candida piena di infinite possibilità e orizzonti da scoprire.
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