Agosto è stato un mese in cui la sfida è stata trovare percorsi meno noti e frequentati per allontanarmi il più possibile dalle mete predilette dei vari turisti ed escursionisti giornalieri. Non solo volevo evitare di affollare ulteriormente zone già letteralmente prese d’assalto, ma anche godermi degli itinerari il più possibile nella calma e nel silenzio della natura. Impresa non semplice, ma possibile osservando le carte topografiche e immaginando nuovi percorsi. Così ho fatto per l’escursione al monte Giassiez e alla Cima Dorlier, nata un po’ per caso scorrendo il dito sulle linee rosse dei sentieri tracciati su carta e la voglia di allungare un sopralluogo.
Attenzione: questo itinerario non è adatto a tutti, in particolare la salita alla Cima Dorlier. Il tratto che collega il Monte Giassiez alla Dorlier attraversa pendii instabili sotto le balze rocciose, con sentiero poco evidente, sfasciumi e zone franose. In diversi passaggi la progressione può risultare non solo impegnativa, ma anche potenzialmente pericolosa. Chi decide di affrontarlo deve essere consapevole delle difficoltà: servono passo sicuro, esperienza in ambiente alpino, capacità di orientamento e totale assenza di vertigini. In caso di dubbio, è preferibile fermarsi al Giassiez e rinunciare alla salita successiva.
Fatta questa premessa, quanto mai necessaria anche alla luce dell’elevato numero di interventi del Soccorso Alpino, l’itinerario- anche debitamente modificato secondo l’allenamento e le capacità psico-fisiche di ogni escursionista – risulta vario e piacevole, con splendide vedute panoramiche sulle montagne tutt’intorno, dall’Italia alla Francia.
Descrizione dell’itinerario per il monte Giassiez e la cima Dorlier
Il percorso prende il via dalla graziosa borgata di Rhuilles, a 1.730 metri di quota. Si attraversa il ponte sul torrente Thuras e si segue il sentiero che si addentra in un bosco di larici. Si arriva alle Grange Chabaud, ormai in rovina, dove sorge la piccola chiesa dedicata a San Gervasio a cui fanno da sfondo le montagne della Val Thuras. Si prosegue su sentiero fino a raggiungere un bivio: qui si prende a sinistra seguendo le indicazioni per il monte Giassiez.
Si procede in un fresco bosco di larici, con un lussureggiante sottobosco di rododendri, tratto piacevole e quanto mai gradito in giornate molto calde. Superata la fascia boschiva, si attraversa ora una zona di radura erbosa e s’incontra una casermetta ormai diroccata. Qui la vista inizia ad aprirsi sui panorami tutt’intorno, dall’inconfondibile piramide del monte Chaberton alle più lontane cime del Massiccio degli Écrins. Un ultimo tratto di salita consente di raggiungere in poco tempo la cima del monte Giassiez, con la consueta croce di vetta. Sebbene modesta, questa cima è un favoloso terrazzo panoramico e può rappresentare un ottimo punto di arrivo.
Per raggiungere la vicina cima Dorlier, si prosegue dapprima in leggera discesa e poi lungo la cresta fino ad arrivare alle balze rocciose. Come anticipato, questo tratto è di difficile percorrenza poiché serpeggia tra sfasciumi e zone franose. La traccia di sentiero si individua grazie alla presenza di alcuni ometti; in alcuni punti sono rimasti i resti del vecchio camminamento militare, che facilitano l’orientamento. Superato questo tratto si esce infine sulla cresta finale che, ora facilmente, conduce in vetta a quota 2.758 metri.
Una pausa, anche qui decisamente panoramica, è d’obbligo. La fatica e l’attenzione sono ripagate dalla bellezza essenziale degli ambienti naturali e dalla vista che spazia dall’alto; in lontananza, si vedono alcuni escursionisti dirigersi verso la Dourmillouse, meta molto amata dagli scialpinisti.
Per chiudere l’escursione ad anello, scendo lungo la cresta della Dorlier fino a raggiungere una zona pianeggiante (sentiero non evidente, occorre orientarsi a vista), dove pascolano tranquille alcune mandrie di vacche. Da qui si riprende il sentiero, che più oltre, si congiunge con il sentiero di salita al Giassiez lungo il versante opposto a quello percorso in andata . Si ignora il bivio e si continua a scendere fino a incrociare il torrente Chabaud. In poco tempo si raggiunge il sentiero balcone n. 625 che conduce al Col Chabaud e si rientra a Rhuilles.
Un itinerario, molte varianti
Come già scritto, il percorso può essere adattato e modificato, senza per questo rinunciare a raggiungere il monte Giassiez e la cima Dorlier in una sola escursione. Una variante più sicura è, una volta in cima al Giassiez, perdere circa 200 metri di dislivello scendendo su un facile pendio erboso per poi imboccare un sentiero (ormai abbastanza inerbito ma ancora individuabile e segnalato da ometti) che porta sulla dorsale ovest della Dorlier.
Gli escursionisti molto ben allenati che hanno ancora voglia di muovere le gambe, possono proseguire fino a raggiungere il bivacco Corradini (da trattare con cura e rispetto come tutte le strutture alpine) e la cima della Dormillouse.
Se invece si possiedono meno allenamento ed esperienza, si può scendere dal monte Giassiez lungo pendii erbosi e rientrare a Rhuilles, oppure allungare l’itinerario e dirigersi verso il Col Chabaud, splendido affaccio sulla Val Cerveyrette. In questo caso i sentieri sono ben individuabili e non presentano difficoltà tecniche: occorrono solo buona voglia di camminare e una carta topografica nello zaino per non sbagliare ai bivi.
Il Giassiez e la Dorlier ci ricordano che in montagna non esistono itinerari scontati: ogni scelta richiede attenzione e responsabilità, ma anche la libertà di interpretare il percorso secondo le proprie capacità. Non è sempre la cima più alta a dare senso al cammino: è il modo in cui si legge il territorio, si ascoltano i propri limiti e si trova la propria strada a rendere l’esperienza davvero significativa.














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