Dall’inconfondibile e imponente sagoma, con i suoi 3.131 metri di altezza, il Monte Chaberton domina dall’alto il confine tra Italia e Francia. Una posizione strategica che ha scritto il destino di questa montagna, rendendola una tra le più iconiche e importanti della Valle di Susa e del Piemonte.
Salire sullo Chaberton è qualcosa in più di una semplice escursione, è sicuramente attraversare ambienti naturali di grande impatto e godere di splendidi panorami che si aprono lassù in alto, ma è anche conoscere la storia della fortezza militare più alta d’Europa.
L’itinerario classico e decisamente più frequentato è quello che parte dal Monginevro, ma si può decidere di partire anche da Clavière allungando di poco il percorso. Il sentiero inizia in un fresco bosco di conifere e dopo poco tempo si lascia alle spalle per attraversare ampie praterie alpine. Qui la vista si apre sul vallon des Baisses e si scorge chiaramente il sentiero verso lo Chaberton che si inerpica lungo i fianchi rocciosi delle montagne.
Lasciata sulla sinistra la mulattiera che porta al Col des Trois Frères Mineurs, così chiamato per via della presenza di alcune singolari rocce, si inizia a salire verso l’ex Ricovero Sette Fontane, ormai in rovina poiché distrutto da una slavina del 2009. Da qui si risale verso il Colle dello Chaberton, con una pendenza più ripida ma costante. Salendo si possono apprezzare le maestose pareti di roccia tutto intorno, le loro pieghe, i loro tagli, le loro punte aguzze.
Dal colle la vista spazia sulla Valle di Susa e sull’antica strada carrozzabile da Fenils, realizzata dai militari italiani durante la costruzione della Batteria dello Chaberton (attualmente non percorribile a causa di frane). Una sosta è d’obbligo per ammirare il bellissimo panorama, il tratto di sentiero già percorso e quello che ancora rimane da affrontare per raggiungere la vetta.
L’ultimo tratto procede sull’ampia cresta detritica con una pendenza costante e numerosi tornanti. Le nuvole che corrono nel cielo dal blu intenso e la conformazione del sentiero a volte danno come la sensazione di camminare fra le nuvole, sospesi ad alta quota, dando l’illusione di alleggerire anche la fatica. Ma questa è sicuramente ripagata dal panorama che si può ammirare dalla cima del Monte Chaberton, con le sue inconfondibili torri.
Chi si aspetta la “classica” vetta rimarrà deluso: non ha infatti nulla di aguzzo, ma è un’ampio piazzale sul quale venne eretta la Batteria, ottenuto grazie allo spianamento della cima, che venne abbassata di 6 metri.
Da qui si può ben comprendere come mai lo Chaberton abbia avuto un’importanza strategica nella storia militare: con la sua altezza, sovrastava di oltre 1.000 metri le piazzeforti francesi, cosa che avrebbe dovuto rendere il forte imbattibile. Ahimè, la storia andò diversamente. Il progetto per la costruzione della Batteria diventò operativo nel 1898, che fu terminata nel 1914. Durante la Prima Guerra Mondiale venne completamente disarmata, per poi essere riarmata durante gli anni del Fascismo. La Batteria divenne attiva durante il secondo conflitto mondiale: il 21 giugno 1940, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra alla Francia, la Batteria dello Chaberton cade sotto i colpi dei francesi: durante la progettazione del forte, infatti, non venne data importanza alla protezione dai colpi diretti dei cannoni, poiché all’epoca non esistevano armi a tiro curvo in grado di raggiungere le torri.
Oggi possiamo ammirare ciò che resta di un’opera grandiosa, immaginandoci i difficili lavori per la costruzione della Batteria, svolti in ambienti ostili e impervi, e la vita dei soldati che, per pochi giorni, hanno combattuto dall’alto di questa vetta. Un’escursione che diventa un viaggio nel passato, che dovrebbe farci riflettere sull’assurdità di qualsiasi conflitto. Nazioni alleate, poi nemiche, poi nuovamente in accordo, tra confini che si spostano, linee immaginarie tracciate su una carta topografica. Da lassù, non c’è traccia alcuna di quella sottile linea rossa.
Per chi volesse approfondire la storia della fortificazione, potete consultare il sito dell’Associazione Monte Chaberton oppure visitare la mostra storica permanente a Bardonecchia.
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[…] quasi interamente in stupendi e suggestivi lariceti e man mano che saliamo il panorama si apre sul Monte Chaberton, la Val Thuras e le meravigliose montagne intorno. Se poi in quota ha fatto una spruzzata di neve, […]