La bassa Valle di Susa, spesso considerata e vissuta solamente come un territorio di transito verso l’alta valle, custodisce numerosi tesori, sia da un punto di vista storico-culturale che naturalistico e sportivo. La ferrata dell’Orrido di Foresto è senza dubbio una di queste ricchezze: situata all’interno della Riserva naturale speciale dell’Orrido di Foresto, istituita nel 1980 con lo scopo di preservare il ginepro coccolone e altre importanti specie botaniche, questa via permette di entrare nel cuore della splendida forra scavata dal rio Rocciamelone, arrampicarsi sulle bastionate calcaree e scoprire le praterie xeriche che caratterizzano la zona.
La ferrata parte dal piccolo comune di Foresto e fin da subito ci si immerge in uno scenario spettacolare, caratterizzato da alte e strette pareti rocciose. Per iniziare la via, ci si dirige verso una zona chiamata “Lazzaretto“, così denominata per la presenza di una costruzione in pietra addossata alla parete destra dell’orrido che si dice fosse un rifugio obbligato per gli ammalati di peste nel ‘600.
Da qui si entra nel vivo dell’azione, con una via che offre ponti tibetani e arrampicandosi lungo pareti verticali a lato delle cascate. La durata della via è di circa 3 ore ed è un percorso impegnativo, non certo adatto a chi non ha mai affrontato altre vie ferrate. Vietata a chi si fa impressionare dal vuoto e dalle altezze!
Se si vuole affrontare la ferrata dell’Orrido di Foresto, occorre inoltre prestare molta attenzione alla portata d’acqua del rio: in primavera, inizio estate o dopo piogge copiose, è decisamente maggiore e impetuosa; decisamente più contenuta in piena estate o, come in questo caso, dopo lunghi periodi di siccità.
Lungo il percorso si ha la possibilità di scoprire tutta la bellezza di questo luogo naturale scavato e modellato dall’acqua, con forti contrasti di luci e ombre che giocano con l’altezza e le fantasiose forme che la roccia ha acquisito nel tempo. Il tratto più spettacolare della via ferrata, nonché quello più impegnativo, lo si incontra dopo il secondo ponte tibetano: qui si entra in una splendida cavità rocciosa con una bellissima cascata. Ora occorre risalire a lato del salto d’acqua per circa trenta metri, con alcune parti strapiombanti che richiedono una buona forza nelle braccia. Proprio questo punto incontriamo un gruppo di turisti stranieri che praticavano il canyoning, o torrentismo, a riprova delle emozioni adrenaliniche che l’Orrido di Foresto può regalare.
Terminata la via, bisogna ancora percorrere un tratto attrezzato per poi imboccare un’antica mulattiera che in circa 20 minuti riporta all’abitato. Da lassù, prima di scendere, si può godere di un bellissimo panorama che si apre sulla bassa valle: far vagare lo sguardo permette di notare e apprezzare la diversità di ambienti naturali, con il versante sud della valle più secco e dalla vegetazione mediterranea e con quello esposto a nord più verde e boscoso.
La ferrata dell’Orrido di Foresto è un’esperienza imperdibile per scoprire uno dei tanti volti nascosti della bassa Valle di Susa, non semplice territorio di passaggio, ma vero e proprio scrigno di bellezza e storia.
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