Ci sono giornate in cui farsi venire la voglia di uscire di casa non è sempre facile, guardi fuori dalla finestra e vedi grandi e grigie nuvole nel cielo, con qualche timido sprazzo di sole. Però prendi zaino e scarponi e vai a provare un giro, lo fai per lavoro, ma soprattutto per piacere, perché dentro allo zaino ci metti anche la macchina fotografica. Così è stata per me l’escursione alla Cima del Vallone e i Denti di Chiomonte. Iniziata con un po’ di incertezza, ma terminata con una grande energia e un’ancor più grande meraviglia.
La montagna è così, è fatta anche di giornate in cui il cielo azzurro lo intravedi qua e là e cammini per buona parte del tempo avvolta dalle nubi. Per molti, in giornate come queste non vale la pena di uscire. Troppo grigio, troppo freddo, non si vede nulla… insomma, tante ragioni per rimanere a casa e rimandare l’uscita a quando splenderà il sole. Invece, se ci sono le giuste (e soprattutto sicure!) condizioni meteorologiche, vale la pena eccome di andare a camminare: è proprio grazie a queste condizioni, infatti, che possiamo ammirare i panorami e i paesaggi sotto luci e atmosfere inaspettate oppure avere la fortuna di incontrare animali lungo il percorso, soprattutto se si cammina in silenzio.
Tutto questo è successo durante il mio sopralluogo. Partita da Grange della Valle, frazione di Exilles, ho imboccato il sentiero per i Denti di Chiomonte, ma carta topografica e GPS alla mano ho deciso di modificare il mio itinerario. Così, arrivata a Grangia Clot Brun, ho deviato puntando dritta alla Cima del Vallone, seguendo un sentiero privo di segnavia e in alcuni tratti non sempre visibile. Superato il bosco di larici lo sguardo si è aperto sul Vallone Galambra e ambienti di alta montagna: praterie alpine, guglie rocciose e pietraie, cime innevate che sbucavano tra le nuvole.
Camminando in silenzio, mi sono immersa in questi luoghi. Dall’intenso profumo resinoso del bosco all’aria leggera di alta quota, in cui risuonavano gli acuti fischi delle marmotte. L’aria fresca ad accarezzare la pelle e il verde intenso dei prati a riempire gli occhi. Salendo, ho scorto da lontano uno stambecco, inconfondibile per le sue corna lunghe e ricurve.
Arrivata quasi in punta alla Cima del Vallone ho incontrato alcuni giovani stambecchi. Mi sono fermata ad osservarli mentre, tranquilli ma vigili, hanno continuato a pascolare. Poco più avanti, anche un camoscio, che è subito scappato lontano. Un momento carico di meraviglia ed emozione, amplificato dai giochi delle nuvole sulle montagne intorno e sui paesaggi semi-svelati che rendevano tutto ancora più magico e suggestivo.
Raggiunta la cima, seguo il sentiero in cresta che regale una bellissima visuale sull’intera Valle di Susa e sul Vallone del Tiraculo e scendo verso i Denti di Chiomonte, magnifici torrioni calcarei che si ergono dalla cresta erbosa. Poco lontano dalla Cima Quattro Denti, si incrocia il “Gran Pertus”. Conosciuto anche come Trou de Thullie, è una galleria artificiale scavata nel XIV secolo da Colombano Romean, minatore e cavatore delle Ramats, per portare le acque del Rio Touilles al versante sopra Chiomonte e Cels.
Ma la giornata degli incontri non è ancora finita… durante la mia discesa incrocio nuovamente alcuni piccoli di stambecco, che si allontanano veloci saltellando sulle rocce. Impossibile non sorridere della mia goffaggine in confronto a loro: con agili balzi, si muovono sicuri sui versanti delle montagne, mentre io procedo lenta e con l’ausilio di bacchette!
Ritorno in poco tempo alla Grangia Clot Brun e poi nuovamente a Grange della Valle, chiudendo così un bellissimo itinerario ad anello. Un’escursione per certi versi inaspettata, che mi ha sorpreso ed emozionato, perché fatta in solitudine e in silenzio, per i tanti animali visti, per i profumi del bosco, per i panorami suggestivi e i giochi di luce.
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