Siamo padroni di ciò che pensiamo. È bene ricordarcelo quando stiamo male. Siamo noi a scegliere a cosa pensare e a cosa no.
Alcune persone entrano nella nostra vita e condividono con noi un pezzo di cammino, poi, per varie ragioni, le strade si dividono. Possiamo scegliere di abbandonarci languidamente alla tristezza, di riempirci la testa con mille domande e rimpianti, oppure guardare avanti, portando con noi ciò che di bello ci ha lasciato.
Ho ritrovato queste parole qualche settimana fa, le ho appuntate e ora le porto sempre con me. Mi ricordano chi non è più con me, è forse un modo per tenere questa persona vicino al cuore, ma al contempo mi spronano a scegliere consapevolmente ogni giorno ciò che è meglio per me e la mia vita, senza abbandonarmi alla sempre presente tentazione della nostalgia.
Soprattutto, ho continuato a camminare. Non ho mai smesso. Ho accolto la solitudine, l’ho presa per mano e l’ho portata là in alto sulle montagne. Le prime volte restia, saliva malvolentieri, poi con pazienza e costanza è diventata una piacevole compagna. Ad ogni passo, col crescere della fatica, i pensieri si sono fatti più leggeri. Lassù in cima esiste solo il tuo respiro, l’anima è sommersa dalla bellezza e dall’imponenza della Natura, dalla sua forza e delicatezza, così fragile e in costante pericolo, eppure capace di rinnovarsi e imporsi al mondo in tutta la sua grandiosità.
A ogni passo, imparo qualcosa di nuovo su di me, sul luogo che attraverso, e so che basta salire ancora un po’ più su, spingermi oltre i miei rassicuranti confini, per scoprire orizzonti sempre nuovi e infiniti.
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