Ogni estate compio un’escursione alla Guglia Rossa. Immancabile nel mio personale carnet, questa cima dall’inconfondibile forma a piramide, svetta imponente e suggestiva al confine tra Italia e Francia. Deve il suo nome al caratteristico colore rossastro delle rocce, che la rendono ancora più bella e particolare.
Ci sono diversi sentieri per raggiungere la sua vetta, che vista dal basso sembra “bella e impossibile”. Il più frequentato è sicuramente quello che parte da Grange di Valle Stretta e che passa per i laghi di Thures e Bellety. Ma si sa, io preferisco gli itinerari meno noti e frequentati. Così, il mio percorso preferito per raggiungere la splendida Guglia Rossa è quello che parte dal Colle della Scala, colle che amo frequentare anche in bicicletta. Sempre dal Colle della Scala, dal Mauvais Pas, si può compiere un’altra escursione, verso il panoramico Col des Acles. Un solo luogo che racchiude in sé diverse possibilità, tra escursionismo e ciclismo, e colmo di bellezza e scenari incredibili.
L’escursione alla Guglia Rossa ha inizio a poche decine di metri dal cartello stradale che indica il colle, sulla destra. Si inizia a salire dapprima dolcemente poi in maniera più sostenuta in un bosco di pini. Man mano che si prende quota, superando i vari tornanti pietrosi, la vista si apre sulla Val-des-Prés. In poco tempo si giunge al crinale che separa la sella del colle e il Vallon des Thures. Il percorso qui si fa decisamente più dolce e la vegetazione più rada; la vista inizia ad aprirsi a 360°, spaziando su tutto il vallone che collega il colle di Thures a Névache e le montagne che fanno da cornice.
Continuando, ci si congiunge al sentiero che sale dal colle di Thures e dopo poco ci si trova ai piedi dell’imponente piramide della Guglia Rossa. Qui il sentiero sale rapidamente fino alla cima (la si raggiunge in circa 30 minuti), ma nella parte terminale occorre prestare molta attenzione poiché si affrontano alcune parti aeree ed asperità. Occorre inoltre prestare molta attenzione in presenza di altri escursionisti lungo questo tratto (cosa assai frequente), poiché non è raro che scivolino a valle delle pietre.
Dalla vetta lo spettacolo che mi attende è ogni volta meraviglioso. La vista spazia dalla conca di Bardonecchia, alla Valle Stretta con il Thabor, la catena dei Re Magi e i Serous, agli Écrins e al Delfinato francese. Un punto d’osservazione di privilegio su queste splendide montagne, in cui in confini sono solo linee rosse tracciate su carta. Mi guardo tutt’intorno e immagino le mie prossime escursioni in questi luoghi, alla scoperta di nuovi sentieri e panorami. Il senso di meraviglia non ha mai fine.
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