Continua la mia piccola e personale serie di escursioni estive in luoghi meno frequentati dai turisti della montagna. Dopo l’escursione al Rifugio Vaccarone dal Piccolo Moncenisio e le cime Gaissiez e Dorlier da Rhuilles, in Val Thuras, eccomi nuovamente al confine tra Italia e Francia per una splendida e interessante escursione al Colletto Verde.
In realtà l’intera escursione si svolge in territorio francese. Ho deciso infatti di percorrere un itinerario ad anello da Monginevro a discapito del più noto in Valle Gimont (valle meravigliosa in autunno, quando le piante di mirtillo colorano di rosso i pendii).
Lasciata l’auto in uno dei numerosi parcheggi nei pressi degli impianti di risalita, mi incammino verso il campo da golf (attenzione a non calpestare il prato!) e imbocco il sentiero che attraversa il Bois de Prarial. Procedo in falso piano immersa nei larici e in poco tempo arrivo all’imbocco del vallone in cui scorre la Piccola Dora, uno due dei rami che danno origine alla Dora Riparia.
Risalgo il vallone tra i monti Chenaillet e Gimont; il bosco lascia spazio alle praterie alpine. Cammino senza fretta, lasciandomi incantare dalla natura: la rugiada del mattino che risplende nella luce del mattino, il fresco del bosco, i toni di verde nei prati che lentamente virano al dorato, segno non solo del cambio di stagione in arrivo ma anche di una prolungata siccità.
La vista ora spazia dal Monte Chaberton al Sommet de Château Jouan, passando per il Massiccio degli Écrins. Intravedo il Colletto Verde, la mia meta della giornata, e si iniziano ad apprezzare le caratteristiche geologiche dell’ambiente che sto attraversando. Il Massiccio dello Chenaillet – Monti della Luna custodisce infatti importanti tracce della dorsale oceanica prealpina meglio conservata di tutte le Alpi, con suggestivi affioramenti di lave a cuscino (pillow lava). Qui, milioni di anni fa, la lava affiorava in superficie e solidificava istantaneamente a contatto con l’acqua marina. Oggi possiamo ammirare queste spettacolari rocce basaltiche, sculture modellate dalle forze della natura in una galleria d’arte a cielo aperto.
Raggiungo le sorgenti della Piccola Dora, segnalate da un cartello, e affronto l’ultima salita, più impegnativa non solo per la pendenza piuttosto ripida, ma anche per la presenza di sfasciumi che rendono poco agevole il superamento di un tratto. Arrivata al Colletto Verde posso apprezzare da vicino la forma delle rocce, tondeggianti e rigonfie come cuscini di pietra solidificata, e vagare con lo sguardo verso la Valle Gimont e i Monti della Luna, in territorio italiano.
Per la discesa, mi dirigo verso l’impianto di risalita del Rocher de l’Aigle. Potrei salire sul monte Chenaillet, ma nubi scure stanno arrivando in fretta e occorre scendere prima della pioggia. Seguo per un tratto la pista sterrata, per poi deviare a destra su un sentiero che porta a un grazioso lago con splendida vista sullo Chaberton e ultime, delicate fioriture di erba cipollina, dal tenue rosa antico.
Continuo a seguire la traccia di sentiero, segnato su carta ma non su app (ecco l’importanza di avere con sé e saper utilizzare una carta topografica) e scendo congiungendomi al sentiero che dalle Sorgenti della Piccola Dora porta all’adiacente Vallon de Gondran: proprio la risalita di questo vallone fa parte del più lungo Sentiero Geologico Internazionale del Colletto Verde.
Il rientro a Monginevro si snoda tra piste sterrate e sentieri, in un paesaggio che si trasforma passo dopo passo; arrivo giusto in tempo per sottrarmi alla carezza lieve della pioggia che intanto ha iniziato a scendere, soddisfatta per la bellissima escursione.














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