Continuano le escursioni a pochi passi da casa per via del prolungarsi della zona rossa, e così ne approfitto per ripercorrere a piedi sentieri già noti ma che non mancano mai di stupire per la loro bellezza ogni volta che li percorro. Dopo un po’ di giri in bici per la bassa valle, tocca ora calzare gli scarponi. Decido per una meta conosciuta, ma sempre molto affascinate: la Certosa di Montebenedetto.
Situata nel comune di Villar Focchiardo, a 1150 m, nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, il complesso monastico è un luogo silenzioso e suggestivo, testimonianza storica di esperienze monastico-religiose che fiorirono durante tutto il Medioevo in Valle di Susa, una delle più importanti vie di transito e di pellegrinaggio di quel periodo.
Costruita nel 1198 seguendo i criteri tradizionali della regola certosina, la Certosa di Montebenedetto sorge in un luogo isolato, perfetto per la vita appartata dei monaci. Seppur abbia avuto una vita piuttosto breve, durata circa tre secoli, la Certosa prosperò per tutto il XII secolo. Alle soglie del 1550, i certosini si trasferirono definitivamente più a valle, presso la Certosa di Banda, a causa delle continue piene dei torrenti che coinvolsero e compromisero il complesso di Montebenedetto.
Oggi è possibile ammirare la chiesa abbaziale, restaurata tra il 1987 e il 2000. Di tutto il complesso monastico, costituito da una Casa Alta e una Casa Bassa, o Correria, non restano che poche tracce, illustrate in un percorso autoguidato in 8 tappe (fornito di pannelli esplicativi) che è possibile compiere in circa 30 minuti.
La Certosa di Montebenedetto è sicuramente una meta nota a molti valsusini, che d’estate la prendono letteralmente d’assalto grazie alla facilità di accesso garantita dalla strada carrozzabile. Tuttavia, per godere appieno della bellezza e del fascino dell’ambiente in cui è immersa, consiglio vivamente di lasciare l’auto a valle e salire a piedi (o perché no, per gli amanti delle due ruote, anche in bicicletta).
Immerso tra rigogliosi boschi di faggio, è possibile raggiungere il complesso monastico tramite due principali sentieri escursionistici di grande valore storico e naturalistico.
Il percorso più noto è senza dubbio la mulattiera storica: come i pellegrini medievali, si attraversano boschi di castagno e faggio, incontrando lungo il cammino numerose piccole borgate che ci raccontano di un passato attivo e laborioso tra le pieghe di queste montagne.
L’itinerario più nascosto, ma a mio parere ancora più affascinante e suggestivo, è quello che parte dalla Certosa di Banda, collegandola a quella di Montebenedetto. Raramente lungo questo sentiero si incontrano degli escursionisti. Appena superato il torrente Gravio, ci si inerpica sulla montagna all’ombra di una bellissima faggeta, nel silenzio rotto solo dal passaggio del vento tra le foglie e i rami, per poi arrivare ai prati poco sotto Punta Ciama Betto e alla Grangia, e scorgere infine tra i rami l’elegante architettura romanica della Certosa di Montebenedetto.
I sentieri sono percorribili durante tutto l’anno; tuttavia, in presenza di neve abbondante durante la stagione invernale, è consigliabile percorre con le ciaspole la mulattiera storica per via delle pendenze meno sostenute. Ogni stagione regala scorci, colori e sensazioni uniche, da assaporare lentamente, passo dopo passo. Seppur conosca molto bene e frequenti assiduamente questi sentieri durante tutto l’anno, non mi stanco mai di percorrerli e di godere di tutta la quiete e la bellezza di questo meraviglioso luogo.
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