Un’escursione tira l’altra. Era da tempo che ero curiosa di esplorare un po’ più a fondo i sentieri che portano al Col des Thures partendo da Névache ed estendere a quote più alte i miei “vagabondaggi” escursionistici. Salendo più volte alla Guglia Rossa mi sono spesso chiesta che cosa di fosse dall’altra parte, oltre al bellissimo pianoro delle Grange di Thures e ai laghi Chavillon e Bellety. Così, spinta dalla curiosità, mi metto a scrutare le carte e con il dito inizio a seguire un sentiero che dal lago Bellety porta fino al Col de l’Étroit du Vallon. Quel sentiero non è più segnato su tutte le carte e decido di leggere vari resoconti online cercando di immaginarmi come potrebbe essere salire fin lassù. L’escursione si preannuncia fattibile, così la metto nel cassetto, pronta per essere provata alla prima occasione.
Tra impegni di lavoro e varie vicissitudini della vita che capitano a tutti noi, trascorre un anno da quelle prime fantasticherie. Ecco che finalmente si presenta l’occasione “giusta” in questo mese di settembre. Le previsioni meteo sono buone e ho un’intera giornata libera da dedicare a un’escursione come piace a me, senza fretta e con la macchina fotografica nello zaino. Con l’auto raggiungo la frazione di Roubion a Névache, passando per il bellissimo Colle della Scala, e da lì mi incammino sul sentiero che sale accanto al torrente e porta al Col des Thures.
La camminata è piacevole, il sentiero facile, immerso in uno splendido bosco di abeti e larici e fin da subito si scorgono quelle che i francesi chiamano “demoiselles coiffées” (le signore col cappello) o “cheminées des fées” (camini delle fate), interessanti formazioni geologiche di origine glaciale. Il sentiero alterna tratti in salita ad altri pianeggianti, rendendo questa parte di escursione davvero godibile e accessibile anche a chi non è molto allenato. In poco tempo raggiungo il colle e gli Chalets des Thures. La vista si apre sul vallone appena percorso, l’esteso pianoro prativo ai piedi della Guglia Rossa, colorato con i primi toni autunnali, e tutte le meravigliose montagne intorno, spaziando dall’Italia alla Francia.
Ma per raggiungere il Col de l’Étroit du Vallon manca ancora un bel tratto, così proseguo nella mia camminata deviando dal sentiero principale e imboccandone un altro che sale al lago Bellety. Il panorama arrivata al lago è stupendo, con la vista che si apre verso la Valle Stretta, il Thabor e il gruppo dei Re Magi. Nel cielo si sono man mano formati degli altostrati (è importante saper leggere le previsioni meteo e osservare il cielo con attenzione quando si esce in escursione), che, filtrando la luce del sole, “appiattiscono” colori e volumi. non certo le condizioni ideali per fotografare, ma ogni tanto qualche raggio di sole fa capolino, creando paesaggi davvero suggestivi. E anche con questi sottotoni lattiginosi ammetto che il panorama ha il suo fascino.
Dopo una breve pausa e qualche foto, mi lascio il lago alle spalle e seguo una traccia di sentiero che sale verso il colle prescelto come meta della mia escursione. Si attraversano splendide praterie alpine, circondata da montagne dolomitiche. Sono sola sul sentiero, gli altri escursionisti che ho incontrato lungo il percorso si sono fermati più sotto ai laghi. Mi godo appieno questa solitudine. Respiro a pieni polmoni, mi immergo nell’ambiente, ascolto il suono del vento, lo sguardo vaga tutt’intorno, mai sazio della bellezza delle montagne. Il sentiero non è sempre evidente, ma il percorso da seguire è intuitivo ed è difficile sbagliare se si ha ben chiara la direzione da tenere. Sono arrivata in vista del Col de l’Étroit du Vallon, ancora un ultimo tratto in parte su facile pietraia ed ecco che scopro il panorama che mi attende dall’altro lato.
Sul colle resiste un cartello in legno che ne indica il nome. Leggendo alcune relazioni in rete si potrebbe scendere anche da questo lato, ma per questa volta mi fermo e mi godo l’affaccio sugli Chalets du Vallon e la Crête de la Gueyta. Al colle il vento soffia più forte, così decido di scendere rapidamente e fermarmi per pranzare al lago Bellety. Dopo una pausa ristoratrice, mi incammino sulla strada del ritorno, assaporando questa giornata dalle atmosfere che preannunciano l’autunno, felice per aver trascorso alcune ore facendo ciò che più mi appassiona e aver “scoperto” questo luogo meraviglioso.
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