Antica via di collegamento montano, la Strada Reale da Novalesa a Moncenisio è una splendida testimonianza storica del passaggio di genti e merci che da Susa raggiungevano al vicina Francia e viceversa. Oggi la Val Cenischia è sconosciuta ai più e viene principalmente ricordata per l’Abbazia di Novalesa, monastero benedettino fondato nell’VIII secolo a controllo del valico del Moncenisio da parte dei Franchi. Ecco allora che un’escursione lungo l’antica via che portava a Moncenisio diventa l’occasione per fare un vero e proprio viaggio nel tempo e nella storia.
L’escursione è ideale nelle mezze stagioni, in assenza di neve, in particolare quando la strada carrozzabile è chiusa al traffico a motore (ahimè non sempre rispettato). La camminata parte dal comune di Novalesa e da subito ci catapultiamo nel passato. Passeggiare lungo la Via Maestra, infatti, permette di ammirare splendidi affreschi risalenti al Trecento e al Quattrocento. In particolare, sulla facciata della cosiddetta Casa degli Affreschi sono dipinti, oltre a quello dei Savoia, gli stemmi araldici delle regioni europee di provenienza e di destinazione dei viaggiatori che sostavano in questa locanda, citata nei documenti storici a partire dal XIV secolo e una tra i pochi esempi ancora presenti nell’arco alpino (le altre si trovano a Bussoleno, Moncalieri e Brunico). La presenza degli stemmi aveva molto probabilmente la funzione di offrire una garanzia di professionalità e rendere evidente ai viandanti la consuetudine di ospitare personaggi di alto rango.
Superato l’abitato di Novalesa si prosegue lungo la Via Francigena, il cui tracciato si sovrappone a quello della Strada Reale, attualmente segnato come sentiero n. 581. Il percorso, che ripercorre l’antica Via di Francia, è una bella mulattiera lastricata in pietra e delimitata ai lati da muretti a secco. Deve il suo nome ai lavori di ammodernamento e ampliamento voluti dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia nel XVIII secolo per scopi anche militari.
Percorrendo questo sentiero, dobbiamo immaginarci come doveva essere transitare qui nei secoli passati. I viaggiatori che percorrevano al Strada Reale da Novalesa a Moncenisio assoldavano i marrons, delle guide locali ante litteram che trasportavano i viandanti più illustri su delle portantine o su delle slitte rudimentali, chiamate ramasses. I marrons calzano scarponi resi impermeabili spalmando la cera sulle suole; inoltre, per avere aderenza su ghiaccio e neve, applicavano delle graffe di ferro, dei veri e propri ramponi rudimentali.
In poco meno di due ore si raggiunge l’abitato di Moncenisio, un tempo chiamato Ferrera Cenisio, con le sue case in pietra e legno, le meridiane dipinte sulle facciate, il frassino monumentale (si stima che questo albero abbia più di trecento anni) e la chiesa con il suo bel portone in legno su cui è intagliato San Giorgio.
Volendo, a scendere o a salire, si può effettuare una piccola deviazione e percorrere un breve tratto del Sentiero dei Monaci, camminando così a fianco del vivace torrente Cenischia e attraversando splendidi prati tutt’oggi coltivati e adibiti a pascolo. L’intero percorso è splendido e permette di godere di meravigliosi panorami sull’alta Val Cenischia e sulle montagne intorno, da cui scendono impetuose numerose cascate. Un’occasione per scoprire un territorio oggi marginale, ma ricco di patrimoni ambientali, paesaggistici, storici e culturali.
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