La salita in bicicletta al Colle Braida è un itinerario che attrae tantissimi appassionati ciclisti. Situato a 1007 metri, collega la Valle di Susa alla Val Sangone e la strada per raggiungerlo dal lato valsusino permette di ammirare l’imponente e splendida Sacra di San Michele, simbolo della Regione Piemonte.
Quest’anno è stata anche inclusa nella 12° tappa Bra -Rivoli del 106° Giro d’Italia, corsa il 18 maggio 2023 e vinta dal tedesco Nico Denz. Per l’occasione, i comuni di San’Ambrogio di Torino, Chiusa San Michele e Valgioie, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino e l’Unione Montana Valle Susa, hanno voluto valorizzare in ottica turistico sportiva questa salita. Non solo sono stati installati dei pannelli iconografici chilometrici, a supporto dei tantissimi ciclisti che ogni anno percorrono questa strada, ma anche dedicandola a una delle figure dimenticate del ciclismo italiano, Giovanni Valetti.
Nato a Vinovo nel 1913, si trasferisce ad Avigliana e all’età di 16 anni inizia a lavorare come operaio per la Lancia di Torino. Comprata la sua prima bicicletta, partecipa alle prima gare ciclistiche come dilettante, per poi essere reclutato dalla GS Vigor nel 1933. Nel 1935 esordisce come professionista con la squadra torinese Frejus e nel 1936 partecipa al suo primo Giro d’Italia, classificandosi al quinto posto. Chiude al secondo posto del Giro nel 1937, contendendosi la maglia rosa con Gino Bartali, per poi vincerlo l’anno seguente. Nel 1938 è il primo italiano a vincere il Giro di Svizzerae nel 1939 torna contendersi la maglia rosa con Gino Bartali, strappandogliela a due tappe dalla fine del Giro con una fuga sotto la neve al Passo del Tonale. Terminata la carriera ciclistica, torna a lavorare come operaio in FIAT, vivendo ad Avigliana sino alla sua scomparta nel 1998.
Salendo al Colle Braida è ora possibile scoprire parte di questa storia del ciclismo italiano e ripercorrere alcune delle imprese di Valetti grazie ad alcuni pannelli informativi installati lungo la Strada Provinciale 188. Salendo in bici, mi sono fermata con piacere a leggerli e a osservare le fotografie d’epoca, immaginandomi come dovesse essere correre con le bici di allora e paragonandole a quelle di oggi, leggerissime e iper tecnologiche.
Per il mio itinerario sulle tracce della storia del ciclismo (e non solo) sono partita direttamente da casa, un vero e proprio turismo di prossimità, ma, per chi volesse ripercorrerlo, si può partire da San’Antonino di Susa, comodamente raggiungibile con il treno da Torino. Si ha così l’occasione di percorrere un tratto della recente Ciclovia Francigena fino a San’Ambrogio di Susa. Da qui ho deviato verso la frazione Bertassi e ho percorso la piacevole strada secondaria che costeggia la zona umida dei Mareschi, nel Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, e che si collega alla strada che sale a Giaveno.
Da qui si imbocca sulla destra la SP 188 e inizia la salita al Colle Braida, lunga poco meno di 11 km e con pendenze medie che variano dal 5% nel primo tratto a punte del 10% nella parte finale. La strada è piacevole e immersa in boschi a prevalenza di castagni, che regalano una piacevole ombra nelle giornate calde. Man mano che si sale, in alcuni punti è possibile godere di una bella vista che si apre sulla bassa Valle di Susa e sulla pianura torinese, per poi regalare una vista privilegiata sulla Sacra di San Michele. Chi non conosce l’itinerario è portato a pensare che raggiunta la Sacra si sia arrivati, e invece no, occorre proseguire la salita per raggiungere prima il Colle della Croce Nera e infine il Colle Braida.
Dopo una breve sosta, ho iniziato il mio rientro, decidendo di imboccare la strada sterrata che dal Colle, con diversi saliscendi, porta alla borgata Folatone. Questo tratto non è adatto alle bici da corsa, ma è perfetto per le gravel. Volendo, lungo questo tratto, è possibile fare qualche deviazione e andare alla scoperta delle altre borgate che sorgono vicino alla Sacra di San Michele: Basinatto, Pian Pomè e Bennale. Dal Folatone si sale ancora un po’ per poi iniziare la discesa vera e propria che porta a Vaie o, la mia alternativa preferita, a borgata Cresto, che merita senza dubbio un passaggio e una visita. Da qui, in pochissimo si scende nel comune di Sant’Antonino di Susa e si chiude un bellissimo itinerario ad anello.
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