Ci sono luoghi che non compaiono mai tra le mete privilegiate della maggior parte degli escursionisti, dimenticati dai più, ma non per questo meno belli o poveri di storia. Uno di questi è senza dubbio il Vallone di Codebiollo, in Val Soana.
Conosciuto anche come il Vallone di Verdassa, questo stretto vallone laterale appare da lontano come ripido e inospitale. Avvicinandosi, si scopre un paesaggio fortemente modellato dall’uomo, ricco di antiche mulattiere e borgate.
L’escursione parte dal comune di Ingria, ad un’altitudine di poco sopra gli 800 metri, e subito si scende per attraversare il Soana, torrente alpino dalle acque turbolente, e raggiungere l’altro versante. Si è fin da subito immersi in splendidi e folti boschi di castagno, che in passato, in tempi di povertà, servivano per fare il pan de cahtagnin (il pane di castagne, in francoprovenzale). Ora abbandonati, questi alberi raccontano storie di duo lavoro e difficile convivenza con la montagna.
Quasi tutto il percorso si snoda attraverso i boschi, lungo il quale si incontrano numerosi pilone ed edicole votive. La prima borgata che si incontra è quella di Mombianco, ora abitata solo durante i mesi estivi da poche famiglie, poi si attraversano le borgate Salsa, Albaretto e Bettassa, dove si incontra il Santuario di Santa Liberata. In alcuni punti del sentiero, la vista si apre sulle cime ancora innevate della Val Soana e sul Vallone di Codebiollo, regalando panorami da cartolina.
Frazione Bech si rivela una piacevole sorpresa. Quasi completamente ristrutturata rispettando quella che era l’architettura del passato, con i muri in pietra e i tetti in losa, questa incantevole borgata ospita il Bivacco e l’Ecomuseo “Valverdassa”. Qui incontriamo Walter con la moglie Ausilia, che si occupano del bivacco e del piccolo museo. Sorridenti e ospitali, ci raccontano con orgoglio i lavori di recupero e ripristino non solo della frazione ma anche dei sentieri ormai quasi del tutto dimenticati. Nelle loro parole, si sente il legame che hanno con questo territorio così ripido, austero e distante da quelle che sono le comodità della vita moderna.
Dopo il caffè gentilmente offerto dalla coppia, l’escursione prosegue fino alla piccola borgata di Arcavut, per poi ritornare a Bech, e scendere nuovamente verso il torrente Soana. Una passerella ci riporta alla sponda opposta e dopo una breve salita ritorniamo nuovamente a Ingria, concludendo la nostra camminata.
Luoghi per chi ama la solitudine, il silenzio rotto solo dal rumore delle cascate e dello scorrere del torrente, il Vallone di Codebiollo racconta a chi sa ascoltare e osservare le storie delle persone che qui abitavano, di vite trascorse in continua mediazione e adattamento alle difficili condizioni ambientali della montagna.
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