La primavera è alle porte, nel fondovalle e in pianura sbocciano i primi fiori e il verde si accende brillante nei prati, ma le recenti nevicate hanno regalato qualche giorno di inverno. La neve è scesa copiosa e non potevo perdermi il bianco spettacolo. Così, senza alzarmi troppo di quota (il rischio valanghe è alto) ne ho approfittato per fare una semplice (ma favolosa) passeggiata nel Parco Orsiera Rocciavrè.
In realtà non è stata proprio tanto una passeggiata, affondavo abbondantemente nella neve fresca, pesante e bagnata, ma la bellezza del bosco ha ripagato l’impegno. Nessuna grande traversata, nessuna grande cima, mi sono immersa nel bosco, nei suoi colori e suoni, compiendo un piccolo anello tra borgata Adret, Travers a Mont e il Paradiso delle Rane e percorrendo un brevissimo tratto del Sentiero dei Franchi.
Soprattutto volevo restare tra gli abeti, vedere i raggi del sole filtrare tra gli aghi, questi ultimi di un colore verde intenso, saturo; osservare la neve sciogliersi poco a poco, cadere dagli alberi, come in una seconda nevicata. Trovare i colori anche quando tutto è avvolto di bianco: non solo il verde gli abeti, ma anche il giallo rilucente delle ultime foglie di faggio, rimaste ancora appese ai rami d’una giovane pianta, il marrone dei tronchi a fare da contrasto con il candore della neve.
Nella sua semplicità, lungo un sentiero percorso decine e decine di volte, ho trovato l’incanto e la meraviglia. Non paragonabili, in quanto a impatto visivo, ai contrasti di bianco e blu dell’alta montagna, con i panorami sconfinati. Nel bosco, l’orizzonte è precluso: ecco allora che ci si sofferma sui dettagli, sul taglio obliquo della luce, sulle ombre, un esercizio di pazienza e curiosità.
D’altronde, inutile rischiare di salire in alto a tutti i costi se il rischio valanghe è alto. Anche questa è montagna e ci insegna ad adattarci, a cambiare i nostri piani, senza dover rinunciare alla sua bellezza. Diversa, ma pur sempre bellezza.
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