Si tende spesso a credere che certe cose non siano fatte per noi, che siano irrealizzabili e quanto più lontane dalle nostre capacità e inclinazioni. Magari ci incuriosiscono oppure non ci sfiora nemmeno il pensiero, poi un giorno, per gli strani casi che la vita ama proporci, un’idea nuova si fa strada nella mente, ci stuzzica, ci invoglia a muovere qualche passo verso una direzione mai ipotizzata prima di quel momento.
Ecco, se il 29 luglio 2017 mi avessero predetto tutto quello che avrei fatto da lì a un anno esatto, non ci avrei mai creduto. Avrei liquidato la faccenda con una bella risata e non ci avrei più pensato.
Eppure, contro ogni previsione, sono salita fin lassù. Punta Gnifetti, 4556 mt.
Mentre camminavo sul bellissimo e imponente ghiacciaio del Lys, con il primo sole del mattino a scaldarmi il viso, vedevo Capanna Margherita là in cima, un piccolo puntino lontano. Quante cose nella vita sembrano distanti da noi, inarrivabili e inaccessibili. Poi, un passo dopo l’altro, con pazienza, dedizione, tenacia e fatica, ecco che le raggiungiamo.
La felicità e le emozioni provate ripagano di ogni sforzo. In quel momento, sai che ne è davvero valsa la pena.
La vetta è solo parte del viaggio, è un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza verso nuovi orizzonti. Come ad ogni salita, come ogni obiettivo raggiunto, la parte più interessante è il percorso fatto. Ogni passo ti cambia profondamente e riguardandoti indietro potresti non riconoscere più la persona che sei stata, o forse, finalmente, potresti ritrovare la parte più vera e autentica di te, che hai tenuto nascosta per troppo tempo.
{29 luglio 2018. Salita a Capanna Margherita, 4556 metri}
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