L’inverno, qui a ai piedi delle Alpi, è una stagione che non sembra dover mai finire. In questa prima parte di anno, pochissima neve, al suo posto invece un gelido vento. L’illusione di candidi manti è data così da microscopici cristalli di ghiaccio, un bianco meno intenso, non continuo e uniforme, ma comunque bello a suo modo.
Le poche ore di sole, preziose in questi mesi invernali, regalano una luce particolare, limpida, e tagliente. È la mia luce preferita, così pura a suo modo, impossibile da trovare durante altre stagioni.
Basta percorrere uno dei tanti sentieri per apprezzare i giochi dei raggi tra gli alberi spogli, i coraggiosi fili d’erba che resistono al freddo, lo scintillio della brina sulle pietre, la natura che si riposa, quieta, ma che nel suo silenzio continua a sprigionare il suo vigore. Non è l’Islanda, che va così tanto di moda, terra di contrasti ed estremi, né una terra selvaggia da esplorare; è un paesaggio quotidiano, a pochi passi da casa, banale forse.
Sono piccoli dettagli che si rivelano agli occhi dell’attento osservatore, perché non c’è mai nulla di scontato, tantomeno una splendida e gelida giornata di inizio gennaio.
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