Una delle mie mete preferite in estate è senza dubbio il Piccolo Moncenisio, con il suo colle che si apre a spartiacque tra la Valle di Susa e l’Haute Maurienne. Un tempo italiano, dopo la spartizione dei confini tra Italia e Francia nel 1947 è diventato interamente territorio dei nostri cugini d’oltralpe. Questo luogo, situato a sud del lago artificiale del Moncenisio, offre un variegato ventaglio di camminate, dalle più facili a quelle più impegnative. L’escursione ai laghi Giaset e Blanc è tra i miei percorsi del cuore, fuori dalla grande frequentazione e che definirei il più “selvaggio” di questa zona.
Il Piccolo Moncenisio si raggiunge facilmente in auto, che si parcheggia poco prima dell’omonimo rifugio. Da qui, si seguono i cartelli con le indicazioni per il Lac Giaset, che si raggiungono in circa due ore di cammino. Il sentiero supera una prima balza montuosa, per poi addolcirsi nelle pendenze e portare ai due Lacs Perrin, meta amata da molti fotografi ed escursionisti per i giochi di riflessi sulla loro superficie e la bellezza del paesaggio.
Al lago Perrin Superiore si ignora il sentiero che prosegue a destra e si continua a sinistra. Qui inizia un lungo traverso a mezza costa in salita, che percorre nella sua interezza il Vallon de Savine. È un itinerario molto panoramico intorno alla Crête de Montiolit, che alterna dolci pendii a strappi di salita più ripidi e che prevede il superamento di alcune balze rocciose e tratti aerei: per percorrerlo sono necessari un passo sicuro, dimestichezza con terreni rocciosi e non soffrire di vertigini.
Superato un ultimo tratto un po’ più ripido, il sentiero si apre con dolcezza su un paesaggio che cambia respiro. L’ambiente si apre e si incontrano i primi laghetti, specchi d’acqua limpida che riflettono il cielo e le vette circostanti. A inizio estate, è ancora possibile trovare gli ultimi sprazzi di neve: lembi bianchi si aggrappano alle sponde e alle rocce, testimoni silenziosi di stagioni compresse dal caldo crescente. Queste sacche di neve, sempre più rare a causa del cambiamento climatico che ritira la copertura nevosa e solleva la linea del manto nevoso, ci ricordano quanto il tempo della montagna stia cambiando.
Più avanti, il sentiero conduce al pianoro che accoglie i laghi Giaset, autentici gioielli di quiete incastonati nel cuore del vallone. Qui, una sosta diventa quasi un rito: mi siedo in silenzio accanto all’acqua per osservare il passaggio lento delle nuvole riflesse, i giochi di luce che danzano tra cielo e superficie, e le leggere increspature disegnate dal vento su uno specchio limpido e vibrante.
Il sentiero segnato è terminato, ma non i miei passi. Proseguo oltre i laghi, a vista, su un terreno che non presenta difficoltà tecniche. Mi dirigo verso un colletto: a sinistra il Forte Malamot e la Punta Droset, a destra il Giusalet e Cima Bard. Superato il Col de Lacs Giaset si incontrano degli ometti e una flebile traccia di sentiero, ma ormai il Lac Blanc è davanti agli occhi in tutta la sua bellezza ed è impossibile sbagliare.
Per il rientro percorro lo stesso itinerario di andata, ma volendo allungare è possibile fare dei percorsi ad anello. Tra i miei preferiti c’è l’anello del Vallon de Savine: dai laghi Giaset si scende verso il Lac de Savine e da lì si segue il sentiero che costeggia l’omonimo torrente fino a ritornare al Piccolo Moncenisio.
L’escursione ai laghi Giaset e Blanc è un vero e proprio tripudio di acqua, laghi, torrenti, cascate rocce e torbiere. Camminare in questi luoghi è come entrare in una poesia scritta dalla natura. In un tempo che corre veloce, percorrere questo itinerario è per me un invito a rallentare, ad ascoltare, a respirare. A riconnettermi con quel senso profondo di appartenenza alla terra che ci sostiene, a trovare dentro di me la leggerezza dell’acqua e la forza della montagna.








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