Non sempre le escursioni più belle e interessanti coincidono con i percorsi più famosi. Spesso, il vero piacere del cammino sta nel scoprire angoli meno conosciuti, dove la natura si racconta senza rumore. Quest’estate ho scelto di seguire proprio questa strada, arrivando fino al Rifugio Avanzà e al Lago della Vecchia: due luoghi che custodiscono bellezza e silenzio, lontani dalle mete più battute.
Il Rifugio Avanzà e il Lago della Vecchia sono luoghi ben conosciuti da chi vive la Valle di Susa e ama camminare: una meta che, senza clamore, regala scorci preziosi e panorami che sorprendono passo dopo passo. La bellezza naturale è la vera protagonista: valloni silenziosi, rocce che raccontano storie antiche e l’acqua del lago che riflette il cielo come uno specchio fragile.
Eppure, anche nell’escursionismo sembra esserci una sorta di “mappa delle mode”. Alcune destinazioni diventano virali, compaiono ovunque nei post degli influencer e finiscono per essere prese d’assalto. Altre, come questa, rimangono in disparte, quasi dimenticate, pur offrendo emozioni non meno autentiche. È un bene o un male? Forse entrambe le cose: da un lato il silenzio e la tranquillità restano intatti, dall’altro si rischia di perdere l’occasione di valorizzare luoghi che meriterebbero più attenzione e rispetto.
Per raggiungere il Rifugio Avanzà si possono scegliere diversi sentieri. Camminando insieme a un’amica e al suo cane, ho scelto di percorrere il sentiero che passa da Grange Marzo e attraversa lo splendido Vallone della Vecchia, partendo poco sopra Santa Chiara, a Giaglione.
Lasciata l’auto quasi alla fine della strada sterrata, nei pressi della costruzione per l’acquedotto di Venaus, abbiamo iniziato a salire lungo versante est della Punta Mulatera. La vista qui spazia sulla Bassa Valle di Susa e Torino con la sua collina: la pioggia della notte precedente ha spazzato via ogni foschia e ha imbiancato le cime più alte, regalandoci uno spettacolo naturale meraviglioso.
Raggiungi i ruderi di Grange Marzo, a quota 2000 metri circa, entriamo nel Vallone della Vecchia, con un panorama che si apre sul lago del Moncenisio. Attraversiamo dapprima un fresco bosco di larici per poi attraversare pascoli alpini. Poco sotto il Passo Avanzà troviamo infatti alcune mandrie di vacche al pascolo.
Al Passo Avanzà, il sentiero incontra la mulattiera militare che si snoda in modo panoramico e aereo sopra la Val Clarea (e per questo motivo, avendo con noi un cane, abbiamo evitato di percorrere). Dal passo, in pochi minuti giungiamo al bel pianoro dove sorge il rifugio, gestito da volontari. La nostra meta, però, è circa 100 metri più in alto. Proseguiamo lungo il sentiero seguendo le indicazioni per il Lago della Vecchia, nascosto in un meraviglioso anfiteatro roccioso che culmina con il monte Giusalet.
Nonostante il vento, ci fermiamo per il nostro pranzo al sacco, per scattare foto e ammirare la bellezza che ci circonda. Insieme a noi, pochi escursionisti a condividere questo spettacolo. Scambiamo qualche parola mentre riprendiamo a camminare in direzione inversa seguendo lo stesso percorso di andata.
Un luogo che mi incantata e che si presta a tante altre escursioni. Per chi è ben allenato, non soffre di vertigini e ha piacere di camminare più giorni, è possibile raggiungere il Rifugio Vaccarone passando dal Col Clapier. Un itinerario da segnare nel mio personale carnet della prossima estate!
Attenzione: lungo i vari sentieri che raggiungo il Rifugio Avanzà e il Lago della Vecchia sorgono diverse bergerie, con mandrie e greggi al pascolo durante la stagione estiva, sorvegliati da cani da guardiania. Occorre dunque prestare molta attenzione, adottando un comportamento corretto:
- mantenere la distanza dai cani e dagli animali al pascolo;
- tenere il proprio cane al guinzaglio (regola che va sempre seguita in montagna e non solo);
- spingere la bicicletta;
- rimanere sul sentiero;
- mantenere la calma;
- non volgere le spalle ai cani.













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