Di turismo si parla e si legge molto ed è ormai assodato che sia un diritto aperto a tutti. Ma quando pensiamo “aperto a tutti” pensiamo principalmente a possibilità economiche, difficilmente prendiamo in considerazione quello che viene definito “turismo accessibile”, a meno che non si sia coinvolti in prima persona.
La questione non è a me nuova. Durante la mia laurea magistrale, ho frequentato un corso sul turismo accessibile; recentemente, inoltre, ho avuto l’occasione di poter frequentare un breve ma molto utile e interessante corso su questo tema organizzato da Turismo Torino e Provincia in merito al progetto “Via Francigena for All” della Regione Piemonte, che intende favorire delle iniziative di facilitazione per le persone con disabilità lungo un tratto della Via Francigena valsusina.
Che cos’è il turismo accessibile
A chi si rivolge il turismo accessibile
Turismo accessibile: quali soluzioni?
Che cos’è il turismo accessibile
Ma cos’è esattamente il turismo accessibile? Partiamo dal termine “accessibilità”, che significa poter usufruire di un bene agevolmente, ovvero senza ostacoli o barriere. Con questa definizione applicata al settore turistico si intende quindi l’insieme delle strutture e dei servizi che permettono di fruire della vacanza o del proprio tempo libero senza ostacoli o difficoltà.
Anche qui, la prima cosa che ci viene in mente sono le barriere architettoniche: rampe al posto delle scale, bagni agibili anche da chi è in carrozzina, ascensori, ecc. Se ci pensiamo bene, però, le barriere possono essere molteplici: non solo fisiche, ma anche sensoriali, percettive, cognitive, culturali o economiche. Eliminare tutte queste barriere significa poter usufruire di un ambiente in condizioni di sicurezza, comfort, benessere e autonomia.
A chi si rivolge il turismo accessibile
E qui sorge un’altra domanda: a chi si rivolge il turismo accessibile? Sicuramente ai disabili, ma anche agli anziani, a persone con particolari esigenze dietetiche, a donne in gravidanza e a famiglie con bambini, o a tutte quelle persone che hanno la necessità di avere delle risposte specifiche a bisogni che sono diversi rispetto a quelli di altri turisti. Appare chiaro, quindi, che queste necessità sono legate a età, situazioni contingenti o patologie, e che chiunque, nell’arco della propria vita, può essere anche solo occasionalmente un turista con esigenze specifiche.
Un altro aspetto fondamentale è che, quando parliamo di turismo accessibile, occorre considerare il turista nella sua soggettività e unicità: è prima di tutto una persona, con determinate caratteristiche fisiche o intellettive, ma non certo diversa da ognuno di noi. Se vogliamo che l’accoglienza sia davvero per tutti, occorre prima di tutto abbattere e scardinare i pregiudizi e superare le nostre paure: dobbiamo ricordarci che le persone con disabilità non vanno viste come soggetti bisognosi di aiuto e assistenza (il cosiddetto pietismo), ma sono clienti a tutti gli effetti, con gli stessi diritti e doveri, e come tali vanno trattati con rispetto e dignità sulla base di un rapporto di uguaglianza.
Turismo accessibile: quali soluzioni?
La azioni che si possono intraprendere per rendere una destinazione turistica accessibile sono numerose e vanno ben oltre le normative vigenti. L’obiettivo è rendere uno spazio non solo agibile ma anche confortevole e piacevole, che metta tutti in condizione di poterne usufruire, coniugando utilità e design. Non solo eliminazione delle barriere fisiche, ma anche soluzioni per altre esigenze: pensiamo, ad esempio, alla creazione di spazi di riposo all’interno dei musei, alla riconoscibilità degli scalini attraverso i contrasti cromatici, ad una segnaletica chiara e alla mappe tattili, o a dispositivi di allarme luminosi, acustici e a vibrazione.
Da operatore turistico, è inoltre importante dare tutte le informazioni richieste e, soprattutto, essere capace di ascoltare: l’ascolto è infatti il primo segnale di disponibilità e accoglienza. È importante, quindi, adeguarci a quelle che sono le necessità e le esigenze della persona che abbiamo di fronte, senza avere fretta e osservando tutti i segnali, verbali e non verbali, che questa persona ci sta comunicando.
Al di là delle diverse esigenze, occorre ricordare che il rispetto è una una condotta imprescindibile e dovuta a tutti gli ospiti, non certo un lusso per pochi. Instaurando un rapporto cortese e cordiale, lavorando sulla spontaneità, sulla gentilezza e la disponibilità sincere riusciamo sicuramente rendere la visita più gradevole.
L’accessibilità in montagna
E quando siamo in alta quota, come possiamo fare? Sicuramente la montagna presenta ambienti molto diversi tra loro, legati all’esposizione, all’altitudine e alla meteorologia. Più in generale, è un ambiente complesso e ostile, in cui l’uomo, nel corso della storia e con molta fatica, ha adottato strategie di adattamento e imparato ad assecondare i ritmi della natura e delle stagioni.
Tuttavia, proprio grazie a questa complessità e varietà ambientale e culturale, le esperienze che possiamo fare della montagna possono essere molteplici, dalle più semplici alle più estreme. L’accessibilità della montagna passa prima di tutto dalla conoscenza di questo mondo, delle sue caratteristiche così peculiari e della cultura delle persone che l’hanno abitato o lo abitano. Da un punto di vista sociale, è inoltre importante capire cosa significhi vivere nelle terre alte e cos’abbia comportato il turismo montano, sia nei suoi aspetti positivi che negativi.
Nel caso di persone con esigenze specifiche, è importante avere ben chiaro quali siano le richieste di chi ci sta di fronte e lavorare in sincronia con eventuali accompagnatori in una logica di rispetto, attenzione e disponibilità. È inoltre importante capire se queste persone siano già abituati a fare certe attività, comprendere cosa vorrebbero fare e quali possano essere le eventuali difficoltà.
Risulta chiaro come l’operatore turistico debba conoscere molto bene il territorio e le offerte disponibili, per poter scegliere i percorsi e/o le attività più adatti alla persona e alle sue richieste, ed eventualmente proporre l’utilizzo di ausili come la joëlette, una speciale carrozzella da fuori-strada. L’obiettivo è offrire una scelta: solo così la persona con esigenze specifiche può essere rafforzata nelle sue capacità, diventando più autonoma nella sua autorità e nel suo potere rispetto alle proprie risorse e alle decisioni che riguardano la propria vita.
Conclusioni
Il turismo accessibile è un argomento complessio, vario e articolato. Riguarda normative, politiche di sviluppo e visioni a medio-lungo termine fondate su sostenibilità e innovazione.
Se nello scenario dei trend a livello globale in materia di turismo la direzione attuale è quella di un’offerta personalizzata in grado di rispondere ai singoli bisogni, gusti e desideri del cliente, in cui si ricercano esperienze coinvolgenti in termini di intrattenimento, apprendimento e senso estetico, ecco che l’accessibilità diventa un elemento imprescindibile.
Occorre lavorare per migliorare le politiche di settore, attuare azioni e progetti efficienti e partecipati, nonché formare e orientare tutti gli operatori della filiera turistica per integrare e specializzare l’offerta e accrescere la competitività del sistema turistico
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